Città senza cultura by Giuseppe Campos Venuti & Federico Oliva;

Città senza cultura by Giuseppe Campos Venuti & Federico Oliva;

autore:Giuseppe Campos Venuti & Federico Oliva; [Venuti, Giuseppe Campos & Oliva;, Federico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggi Tascabili Laterza
ISBN: 9788858113707
editore: edigita
pubblicato: 2010-11-14T23:00:00+00:00


1 La nuova legge urbanistica: i principi e le regole, documento preparatorio per il XXI Congresso dell’Inu, in Luigi Falco (a cura di), Le riforme possibili, in «Urbanistica Quaderni», n. 6/95, Inu Edizioni.

6. Ambiente e paesaggio, meglio territorio

D. Abbiamo già visto come l’urbanistica non sia più un tema popolare e il territorio, che ne aveva allargato il significato, ceda di conseguenza il passo all’ambiente e al paesaggio. Di fronte allo sforzo di integrare la pianificazione urbanistica e territoriale con quella ambientale e paesaggistica emerge, invece, la tendenza a contrapporle. Perché questo conflitto? Non nasconde forse un altro limite della cultura e un’altra insufficienza della politica?

R. Per la verità, recentemente il termine «territorio» è tornato di moda nel centro-sinistra, perché è il soggetto dei commenti quotidiani sulla flessione politica ed elettorale del Partito Democratico. Purtroppo ne hanno cambiato il significato: usano territorio per indicare il popolo, i cittadini, l’opinione pubblica e il rapporto con il territorio è, dunque, quello che un partito politico è capace di mantenere con la gente. Il discorso sul territorio ha sostituito la discussione affrontata in termini ideologici sul partito «leggero» o «pesante», e siccome sostenere la necessità di un partito «pesante» non sembra politicamente corretto, ora si dice che bisogna fare come la Lega, che pare abbia realizzato uno stretto rapporto con il territorio. Quando sarebbe più onesto confessare che i dirigenti politici di centro-sinistra non hanno più l’abitudine di frequentare quotidianamente i propri iscritti e anche i cittadini non iscritti al partito. Senza per questo diventare tutti funzionari di partito, non dovrebbero però accontentarsi di un rapporto affidato soltanto ai media, rapporto che è loro in gran parte precluso dal proprietario delle televisioni e dalle sue intimidazioni ai giornali che potrebbero ospitarli.

Non voglio certo affrontare nell’intervista la questione del partito «pesante» o «leggero», ma vorrei piuttosto restituire al termine «territorio» il suo valore lessicale, citando una mia definizione di territorio, scritta quasi trenta anni fa e allora accettata come valida.

«Con il termine territorio – scrivevo allora – non si indica oggi soltanto il suolo delle campagne e delle città, costruito o inedificato, ma anche l’intero sistema urbano e agricolo di residenza, di produzione, di comunicazioni; territorio è l’ambiente naturale residuo e quello più o meno intensamente antropizzato, come pure le condizioni vitali in questi determinate; sono le materie prime disponibili, ma finite e le risorse energetiche riproducibili o no e lo stesso uso che le società fanno di quelle materie prime e di quelle risorse». E aggiungevo: «Territorio è un termine di confronto con cui l’uomo si è misurato sempre nella sua storia, ma solo negli ultimissimi anni l’umanità si è impadronita degli strumenti capaci di sconvolgerne radicalmente i millenari equilibri, come di risolverli a proprio non effimero vantaggio. Se per secoli il confronto ha inciso in prevalenza sulla società umana, da pochi decenni il rapporto è diventato reciproco e incide anche fortemente sull’organizzazione naturale».

La citazione che ho ripreso è tratta da un saggio scritto in occasione del terremoto



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